La carne e le proteine

Immagine di vari colori che ritrae la carne e altri alimenti necessari per attuare la transizione proteica.

Siamo tutti d’accordo: la carne piace a molti. E siamo altrettanto d’accordo che gli allevamenti intensivi portano CO2, polveri sottili e inquinamento del suolo. La soluzione?

Per ridurre il consumo di carne, è necessario cercare le proteine altrove.

L’equazione mostrerebbe la riduzione degli allevamenti intensivi e di tutti i problemi annessi e connessi.

Anziché mangiare carne più volte a settimana, volete mettere godersi un bel pezzo di ciccia di qualità una volta ogni tanto? Immaginate il gusto che avrebbe quel bisteccone o quel pollo arrosto! Ancestrale, atavico, quasi da riflessione.

Secondo la Fao, la produzione di carne e altri derivati rappresenta circa il 15 per cento di tutte le emissioni antropiche globali, mentre l’allevamento del bestiame causa il 40% della deforestazione.

E’ bene precisare che stiamo parlando dei vari tipi di carne (bovina, suina ecc.) e non solo della carne rossa.

Dal 1960 ad oggi, se la popolazione è aumentata del 167%, il consumo di carne è cresciuto del 414% (da 70 a 360 milioni di kg).

Ora, così a braccio, da italiano e amante del buon cibo, l’idea della carne sintetica non mi fa proprio impazzire.

Se poi dobbiamo pensare che la carne sintetica possa sostituire quella animale, a parziale appianamento della deforestazione e del riscaldamento climatico, siamo già tutti spacciati, perché un cambio di attitudine degli attuali maggiorenni è molto lontano e, tanto più, lo è un’ipotizzabile stretta legislativa che imponga la consumazione di carne sintetica in modo coattivo.

Appare assai complicato il passaggio da una barbara consumazione ad una sporadica degustazione della carne allevata, figuriamoci lo switch da quest’ultima alla carne prodotta in laboratorio.

E allora quali sono le strade possibili per contenere l’espansione della carne “intensiva”? I principali sostituti sono:

  • legumi
  • seitan
  • carne vegetale
  • carne sintetica
  • carne biologica
  • insetti

Aldilà di varie aperture, politiche e non, verso alcuni di questi alimenti alternativi, in parte ancora da testare in termini di effetti collaterali ed allergie eventuali, l’apoteosi sarebbe già arrivare ad un equilibrio composto da una consistente mole di legumi abbinata ad una quantità limitata di carne, magari biologica, ben più salutare di quella proveniente da animali allevati con mangimi OGM.

Ad ogni modo, in base ad una ricerca di Bloomberg, nel 2030 il comparto delle proteine vegetali arriverà a coprire il 7,7 per cento del mercato dei cibi proteici.

Anche in questo caso, come in altri aspetti legati alla sostenibilità, dobbiamo affidarci al buon senso ed alle nuove abitudini delle generazioni venture, ed imparare da loro per poter dare, nel nostro piccolo, un contributo e porre rimedio agli errori del passato.

Sembra scontato, ma essere sostenibili è, anzitutto, una questione culturale ed educativa.

A onor del vero, in Italia negli ultimi anni si è già registrato un calo dei kg di carne pro-capite, tuttavia teniamo presente che la popolazione mondiale aumenterà con ripercussioni su tutto l’ecosistema, incluso il nostro.

E quindi, carne o legumi?

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