Funghi e bonifiche: la ricetta per un ambiente sano

Funghi e bonifiche: la ricetta per un ambiente sano

I funghi non sono solo una delizia culinaria o gli abitanti silenziosi dei boschi, ma anche piccoli supereroi ecologici! Con la loro incredibile capacità di trasformare e degradare sostanze complesse, possono rivoluzionare il mondo delle bonifiche ambientali. 

I ceppi di funghi sono sempre più studiati e utilizzati nelle bonifiche di acque reflue industriali e urbane, così come dei terreni. Il termine tecnico è  micorisanamento ed è un processo in cui il micelio dei funghi secerne enzimi e acidi che attaccano e decompongono le sostanze inquinanti. 

I funghi, oltre ad essere molto economici, hanno infatti la capacità di digerire e trasformare composti complessi, rifiuti industriali, inquinanti dell’agro-industria, farmaci e plastiche. Sono in grado di degradare, scindere il materiale morto, ad esempio la lignina degli alberi, e trasformarlo in materiale più semplice e vivo per nutrire piante e animali. 

I funghi white-rot (tradotto dall’inglese come marciume bianco), in particolare, sono noti per la loro straordinaria capacità di degradare una vasta gamma di composti organici persistenti, riducendo la tossicità, grazie alla loro dotazione enzimatica unica. 

Questi enzimi rompono i legami chimici complessi presenti negli inquinanti, trasformandoli in composti meno tossici o addirittura innocui.

La selezione accurata dei ceppi fungini è cruciale per garantire che non siano dannosi per altri organismi e che siano efficaci nel degradare specifici inquinanti nel contesto delle bonifiche. 

È importante che i funghi scelti siano autoctoni o, almeno, non invasivi, per non perturbare gli equilibri ecologici locali. Infatti, durante il processo di bonifica, i funghi possono produrre alcuni metaboliti secondari tossici e richiedono una gestione attenta per evitare danni ecologici.

Il rischio per la salute umana, sebbene basso, non può essere trascurato. Individui immunocompromessi o con allergie specifiche possono essere vulnerabili a infezioni o reazioni allergiche causate dai funghi utilizzati nelle bonifiche. 

Per questo è così importante confinare l’’area di funghi e bonifiche’.

Al termine del ciclo di vita, la gestione dei rifiuti post-bonifica è un aspetto fondamentale; i funghi e i materiali contaminati devono essere trattati e smaltiti in modo sicuro per prevenire ulteriori rischi ambientali o per la salute. Questo include l’incapsulamento, il trattamento termico o altre forme di smaltimento che neutralizzano l’inquinamento residuo

La collezione fungina della Mycotheca Universitatis Taurinensis (MUT) di Torino è un esempio eccellente di come la ricerca scientifica possa avere un impatto diretto e positivo sull’ambiente e sulla società. 

Questa collezione micologica, una delle più importanti banche di biodiversità fungina in Italia, non solo conserva una vasta gamma di specie, ma fornisce anche ceppi vitali per progetti di biorisanamento come il Life Biorest. 

Il progetto europeo Life Biorest ha dimostrato come l’uso di funghi autoctoni possa essere un metodo efficace per la decontaminazione dei suoli precedentemente industrializzati, facendoli rientrare nei limiti soglia per l’uso residenziale e pubblico e ripristinando le funzioni ecologiche del sito. 

Il micorisanamento rappresenta dunque una frontiera affascinante della scienza ambientale; è un approccio che non solo risponde alle urgenze ecologiche ma promuove anche la biodiversità e la sostenibilità in tutti i suoi aspetti, dimostrando che l‘innovazione tecnologica può andare di pari passo con il miglioramento dell’ambiente.

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