Il vermocane, un bioindicatore che non passa inosservato

Vermocane colorato adagiato su substrato marino

Tra le onde del Mediterraneo si nasconde un testimone silenzioso del cambiamento climatico, il vermocane. Con le sue setole urticanti, ci ricorda che ogni specie ha il suo ruolo nell’ecosistema e che l’equilibrio della natura è delicato come i filamenti che lo adornano.

Il vermocane (Hermodice carunculata), o “verme di fuoco”, è un anellide marino che sta diventando sempre più comune nelle acque del Mediterraneo. 

Questo animale, originario delle acque tropicali, ha trovato un habitat ideale nel Mediterraneo a causa delle recenti ondate di calore che hanno favorito la sua proliferazione; per questo è anche un bioindicatore del cambiamento climatico.

Con una lunghezza media di 20-30 centimetri, è un predatore vorace di coralli, gorgonie e altre specie marine. 

E’ noto per i suoi aculei urticanti che possono causare reazioni allergiche come edemi e pruriti, oltre a sintomi più gravi come nausea e vertigini. 

La sua presenza è diventata preoccupante per bagnanti ma anche pescatori, in quanto può provocare danni significativi alle reti da pesca e alla fauna marina locale. 

Questo è un esempio chiaro di come la crisi climatica stia influenzando la nostra vita quotidiana e l’ambiente marino; sottolinea la necessità di politiche ambientali forti e di un impegno collettivo per limitare l’introduzione di organismi alloctoni negli ecosistemi.

Mantenere una ricca biodiversità risulta essere il modo migliore per proteggere i nostri mari.

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