La minaccia del cuneo salino per ecosistemi costieri e agricoltura

acqua del mare che avanza come rappresentazione del fenomeno del cuneo salino

Immaginate l’acqua del mare che si insinua furtivamente nell’entroterra, come un ladro nella notte, alla ricerca di preziose falde acquifere dolci da conquistare. E’ madre natura che ci ricorda di non esagerare con il pompaggio dell’acqua.

In Italia, la situazione è particolarmente preoccupante a causa della siccità che riduce la portata dei fiumi e facilita l’avanzamento del cuneo salino, con gravi ripercussioni sull’agricoltura e sulle riserve idriche

La salinizzazione delle falde acquifere può rendere i terreni incoltivabili per anni e alterare gli ecosistemi fluviali, con effetti a lungo termine sulla biodiversità e sull’economia locale.

Il fenomeno è influenzato da vari fattori, tra cui le fluttuazioni del livello del mare, l’eterogeneità delle formazioni rocciose e le attività umane come l’urbanizzazione, l’utilizzo di acqua dolce a scopo industriale e la costruzione di canali di navigazione.

Inoltre, sono necessarie politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, che tengano conto dell’aumento del livello del mare e della frequenza delle mareggiate, entrambi fattori che possono intensificare il cuneo salino. 

Un’altra misura importante è la creazione di nuovi invasi per raccogliere l’acqua piovana, che può essere utilizzata durante i periodi di siccità, riducendo così la necessità di attingere dalle falde acquifere.

La pianificazione territoriale gioca un ruolo cruciale nella prevenzione del cuneo salino e nella conservazione dell’integrità degli ecosistemi, nell’ordine di:

  • limitare l’urbanizzazione nelle aree costiere, evitando l’eccessiva impermeabilizzazione del suolo;
  • preservare le fasce di vegetazione naturale;
  • monitorare costantemente i livelli di salinità nelle falde acquifere e nei suoli agricoli;
  • laddove possibile, contenere il prelievo di acqua dolce.

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