Ozono, guardiano invisibile della Terra

Ozono che circonda ed avvolge la Terra

Fortunatamente, l’ozono si forma naturalmente nella stratosfera, creando una barriera protettiva che ci permette di goderci il sole senza trasformarci in aragoste rosse. E pensare che tutto questo è possibile grazie a tre piccoli atomi di ossigeno che si tengono per mano in un abbraccio molecolare!

La Giornata Mondiale per la Protezione della Fascia d’Ozono, celebrata ogni anno il 16 settembre, è un’occasione per riflettere sull’importanza dello strato di ozono e sulla sua conservazione. 

L’ozono è una molecola composta da tre atomi di ossigeno (O₃) che svolge un ruolo cruciale nella protezione della vita sulla Terra. 

La sua formazione avviene quando le molecole di ossigeno (O₂) vengono dissociate dai raggi UV, liberando atomi di ossigeno che si combinano con altre molecole di ossigeno. 

Questo gas, presente in piccole quantità nell’atmosfera, è fondamentale per schermare il pianeta dai dannosi raggi ultravioletti (UV) del sole. 

La sua molecola, a seconda di dove si trovi nell’atmosfera, assume ruoli opposti. 

Nella troposfera, contribuisce allo smog e può provocare problemi respiratori e danneggiare le piante. 
Al contrario, nella stratosfera, forma uno strato protettivo, l’Ozonosfera (tra i 15-35 Km di altitudine) che ci scherma dai raggi ultravioletti più nocivi del sole.

Pertanto, il ciclo di formazione e distruzione dell’ozono è continuo e mantiene un equilibrio che protegge la Terra dalle radiazioni UV.

Negli anni ’80, gli scienziati fecero una scoperta allarmante: lo strato di ozono sopra l’Antartide stava subendo un significativo assottigliamento, fenomeno che divenne noto come buco dell’ozono

Questo buco compromette la capacità di proteggere la Terra dai raggi ultravioletti nocivi del sole.

Ciò è causato principalmente dai clorofluorocarburi (CFC) che, una volta rilasciati nell’atmosfera, si scompongono sotto i raggi ultravioletti liberando atomi di cloro e bromo, altamente reattivi, distruggendo l’ozono.

I CFC erano ampiamente utilizzati in vari settori industriali, tra cui la refrigerazione, il condizionamento dell’aria e come propellenti negli aerosol. 

L’aumento dell’esposizione ai raggi UV porta a un incremento di problemi e malattie della pelle negli esseri umani. 

Anche gli ecosistemi marini subiscono gravi danni, poiché molte forme di vita acquatica sono sensibili ai cambiamenti nei livelli di radiazione UV. 

Ma ci sono anche implicazioni climatiche: questo è un gas serra, e la sua variazione altera i modelli climatici e meteorologici, contribuendo ai cambiamenti climatici globali.

La risposta globale a questa crisi ambientale è stata significativa, con il Protocollo di Montreal del 1987.

Si parla di un accordo internazionale per eliminare progressivamente la produzione e il consumo di CFC e altre sostanze che impoveriscono lo strato di ozono. 

Da allora, il protocollo è stato emendato e rafforzato più volte, portando a una riduzione sostanziale delle emissioni di CFC e ad una lenta ma progressiva ripresa delle condizioni normali. 

Alcuni studi suggeriscono che il buco potrebbe chiudersi completamente entro la metà di questo secolo, ma questo dipenderà dal continuo rispetto degli accordi internazionali e dall’adozione di alternative sostenibili. 

Il successo di questa coraggiosa decisione è spesso citato come un modello per altre iniziative ambientali internazionali, dimostrando che l’azione collettiva e la volontà politica possono portare a cambiamenti significativi e duraturi.

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