Le mangrovie sono come i multitasking della natura: non sono solo piante, ma gestiscono anche interi ecosistemi costieri! Con le loro radici intricate, fermano l’erosione e organizzano feste per pesci e uccelli. Se solo potessero parlare, probabilmente ci darebbero lezioni su come essere più efficienti e sostenibili!
Mangrovie, piante o associazioni ecologiche?
Le mangrovie sono una formazione vegetale costituita da piante prevalentemente legnose di specie diverse.
Queste formazioni si sviluppano sui litorali bassi delle coste marine tropicali, in particolare nella fascia periodicamente sommersa dalla marea.
Si tratta di piante alofile, cioè amanti del sale, che si sono adattate a vivere in ambienti salmastri, dove l’acqua dolce dei fiumi si mescola con l’acqua salata del mare.
Il termine “mangrovia” viene spesso usato impropriamente come nome comune per alcune specie rappresentative di questa formazione vegetale; ne esistono infatti circa 80 specie come la mangrovia rossa, che ha grosse radici aeree, la gialla con frutti a forma di fagiolo, la bianca con ghiandole di sale alla base, e la nera con foglie verdi scuro e argento.
In sintesi, le mangrovie sono sia un tipo di pianta con adattamenti unici per vivere in ambienti salmastri, sia un’associazione ecologica che crea habitat vitali e protegge le coste.
Si stima che i mangrovieti coprano una superficie di circa 150.000 km² nel mondo, con la maggior parte situata in Asia. Solo il 6,9% delle mangrovie ricade sotto le attuali reti di aree protette.
Associazioni e funzioni ecologiche
I mangrovieti crescono lungo i litorali e nei pressi degli estuari dei fiumi e sono un esempio eccezionale di piante che proteggono le coste.
Queste foreste formano un ecosistema complesso e vitale per molte specie bentoniche; forniscono habitat e aree di riproduzione per una vasta gamma di organismi, come pesci, crostacei, molluschi e uccelli.
Le loro radici intricate stabilizzano il terreno, prevenendo l’erosione delle spiagge; hanno la funzione di stabilizzare il suolo, proteggendo le coste dalle tempeste e dalle mareggiate. Esse fungono da barriera naturale anche contro le onde anomale e correnti marine, minimizzando gli impatti negativi sulle comunità costiere.
Queste piante hanno la capacità di intrappolare i rifiuti di plastica, funzionando come barriere naturali che ne limitano la dispersione. Agiscono come griglie, bloccando il materiale sia in entrata che in uscita.
Anche altri tipi di inquinanti subiscono una sedimentazione e una degradazione, accelerata dai microrganismi delle radici, con il risultato di un miglioramento della qualità dell’acqua.
Un ettaro di foresta di mangrovie può assorbire tanto carbonio quanto quattro ettari di foresta pluviale. Ciò avviene perché l’acqua cattura anche il carbonio derivante dalla decomposizione delle foglie, fiori e frutti che cadono dai rami, contribuendo così anche alla formazione di nuovo suolo.
Casi studio
Uno studio dell’Università di Pisa ha evidenziato il ruolo fondamentale delle piante dei sistemi dunali nel limitare l’inquinamento da plastica.
La ricerca ha analizzato la composizione, la copertura e la distribuzione dei rifiuti marini e la loro relazione con la copertura vegetale nell’area protetta del Parco di Migliarino San Rossore (Pisa). Ne risulta che le dune costiere con una copertura vegetale densa possano intrappolare i rifiuti, e che quindi svolgono un ruolo rilevante nelle dinamiche spazio-temporali dei rifiuti costieri.
Lo studio tedesco CREC (Coastal Research Network on Environmental Changes), ha preso in considerazione località situate in Australia, Brasile, Messico, Sud Africa, Stati Uniti.
Le radici intricate hanno dimostrato di agire come una barriera naturale contro le onde e le correnti marine, con una riduzione dell’energia fino al 66%, una riduzione dell’erosione fino al 50% e un sequestro di anidride carbonica fino a 1,5 tonnellate per ettaro all’anno.
Questi studi dimostrano l’importanza delle mangrovie non solo per la protezione delle coste, ma anche per la conservazione della biodiversità e la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Play for the planet!