A cosa serve il tabacco

Foto che ritrae nella parte sinistra una piantagione di tabacco e nella parte destra i resti di varie sigarette consumate.

A primo impatto si direbbe a niente, a parte nuocere alla salute. Eppure sono 50.000 gli occupati in questo settore, che genera entrate fiscali per 14,5 miliardi di euro.

La scoperta dell’America ha portato anche alla scoperta del tabacco, in precedenza utilizzato soltanto dalle popolazioni indigene.

Dopo qualche secolo, il tabacco è arrivato in tutto il mondo dando vita ad una vera e propria miniera d’oro per il commercio.

E pensare che fumare rappresentava uno status symbol degli intellettuali e degli uomini di potere, che sfoggiando la pipa o il sigaro assumevano il ruolo del “gentiluomo fumatore”.

Un po’ quello che succedeva comunemente fino a qualche anno fa nei luoghi di lavoro, dove la sigaretta con il capo era qualcosa cui si anelava o alla quale non si poteva sfuggire poiché strettamente correlata alla possibilità di carriera.

Oggi, sebbene si stia imboccando la strada del sano lifestyle e del benessere, il mercato del tabacco vale 20 miliardi di euro in Italia, con imposte riscosse dallo Stato per circa 15 miliardi, ed imposte evase per circa 280 milioni l’anno.

In Europa il danno è maggiore, ben 11 miliardi di perdite stimate, pari all’8,5% in più rispetto al 2021.

Tornando in Italia, il consumo di sigarette è sceso del 12% dal 2019 al 2022, tanto che adesso la percentuale dei fumatori è arrivata al 24%, collocando il Paese al di sotto della media europea (stimata oltre il 26%). E’ doveroso puntualizzare, tuttavia, che tali soggetti stanno approcciando prodotti di nuova generazione a potenziale rischio ridotto, come il tabacco senza combustione e le sigarette elettroniche.

Usa-e-getta e pure pericolose: 844 milioni di sigarette elettroniche costruite con piombo e mercurio che vagano nelle discariche con il rischio di contaminare l’ambiente circostante. Per non parlare del litio che potrebbe essere utilizzato o riciclato per scopi ben più utili.

Vista la gravità della situazione, e la velocità con la quale tale settore si sta espandendo – in Italia si parla di circa 16 milioni di e-cig vendute fra gennaio ed aprile 2023, mentre negli Stati Uniti si è rilevato un incremento del mercato del 200% negli ultimi tre anni – alcuni Paesi stanno prendendo provvedimenti, in primis la Francia, che porrà il divieto dal 2024. Germania e Nuova Zelanda hanno già bandito tali dispositivi, mentre in altri Stati seguirà a breve l’adozione di tali misure.

Un’indagine dell’ACT (Alleanza Contro il Tabacco) ha confermato che circa il 13% degli adolescenti tra i 13 e i 16 anni ha provato le sigarette elettroniche monouso almeno una volta.

Oltre alle e-cig, esiste un altro fattore meno percepibile da parte del consumatore, che vede solo il prodotto finale, ma estremamente impattante sull’ecosistema: la coltivazione delle piante di tabacco.

Infatti, nel mondo le piantagioni occupano grossomodo 5,6 milioni di campi da calcio, all’incirca la superficie della Svizzera. E ogni anno contribuiscono alla deforestazione per circa 200.000 ettari che invece di essere destinati alla creazione di cibo, sono sfruttati per accrescere la pratica del fumo.

Tenuto conto la produzione di tabacco avviene prevalentemente in Paesi a medio-basso reddito, è facile intuire la situazione precaria in cui si trovano i contadini dal punto di vista sia sociale che economico.

6.000 miliardi di sigarette, di cui 4.500 miliardi disperse nell’ambiente. Aldilà del potenziale obbligo del posacenere tascabile, e della necessità di incrementare il numero di posacenere pubblici, la sensibilizzazione e la consapevolezza sono gli strumenti più potenti che abbiamo e che dobbiamo utilizzare quotidianamente.

L’evoluzione umana lascia ancora molti punti in sospeso. La produzione e il consumo di tabacco sono alcuni di quelli.
Perdonatemi se mi lascio andare ad una considerazione personale sul tema, che non potrebbe essere più semplicistica di così: a che scopo privarsi di soldi, salute, buon profumo e terre da coltivare per fumarsi una “bella” sigaretta.

Potreste accampare la giustificazione di ovviare allo stress o di avviare una piacevole conversazione, ma in modo altrettanto semplicistico vi direi: allenatevi e poi leggetevi un libro, così la prossima volta avrete un modo per conversare, belli tonici e ritemprati.

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