L’inquinamento atmosferico è come quel vicino rumoroso che non ti lascia dormire: fastidioso e sempre presente. E come se non bastasse, si mette anche d’accordo con le allergie per renderti la vita impossibile! Secondo gli esperti, l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera allunga i periodi di impollinazione, trasformando le città in veri e propri buffet all-you-can-sneeze per le allergie.
Allergie e qualità dell’aria
Allergie respiratorie e inquinamento atmosferico sono due temi strettamente collegati, soprattutto nell’era del cambiamento climatico.
Studi recenti hanno evidenziato come l’aumento delle temperature e le variazioni climatiche influenzano la durata e l’intensità delle stagioni polliniche, aggravando così i sintomi allergici nelle persone sensibili.
Inoltre, l’inquinamento atmosferico, può non solo peggiorare le allergie esistenti ma anche aumentare il rischio di sviluppare nuove ipersensibilità. Si stima un aumento del 5% nei casi di allergie nei prossimi 5 anni.
Gli inquinanti come il biossido di azoto (NO2), che si trova principalmente nelle emissioni dei veicoli e negli impianti industriali, e l’ozono (O3), che si forma attraverso reazioni chimiche tra altri inquinanti presenti nell’aria sotto l’azione della luce solare, possono causare infiammazioni e danni alle vie respiratorie, aumentando la sensibilità agli allergeni.
Le particelle fini (PM2.5), emesse da combustione di carburanti fossili, incendi boschivi e altre attività umane, sono particolarmente pericolose poiché possono trasportare allergeni direttamente nelle parti più profonde dei polmoni.
Anche l’anidride solforosa (SO2), che proviene principalmente dalla combustione del carbone e del petrolio, e i composti organici volatili (VOCs), presenti in molti prodotti chimici domestici, vernici a solventi e benzina, sono noti per le loro proprietà irritanti delle vie respiratorie che possono esacerbare le condizioni allergiche.
I sintomi risultanti dall’esposizione a questi inquinanti possono variare da lievi irritazioni a condizioni più gravi come l’asma.
Allergie e biodiversità
La connessione tra allergie e biodiversità è un esempio affascinante di come le azioni umane possano avere effetti a catena sull’ambiente. L’interazione tra allergie e salute degli animali selvatici è un campo di studio emergente che rivela come l’ambiente influenzi la fauna in modi complessi.
Mentre le allergie stesse sono una risposta del nostro sistema immunitario, le attività che aumentano gli allergeni, come l’agricoltura intensiva e l’inquinamento, possono alterare gli ecosistemi. Queste pratiche possono ridurre la varietà di piante e animali, compromettendo la resilienza degli ecosistemi e la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti.
L’inquinamento atmosferico, ad esempio, può aggravare le condizioni respiratorie degli animali o indurre nuove patologie, mentre la distruzione degli habitat naturali aumenta l’esposizione a pollini e muffe, potenziali allergeni per alcune specie.
Le malattie infettive, infine, spesso trascurate, possono essere aggravate da questi fattori ambientali, con effetti a catena sulla biodiversità e sulla salute animale (oltre che umana).
Ridurre le allergie e l’impronta di carbonio
La riduzione delle emissioni di gas serra è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e, di conseguenza, per ridurre l’incidenza delle malattie respiratorie, tra cui le allergie.
Proteggere gli ecosistemi non solo preserva la biodiversità, ma contribuisce anche a mantenere equilibri naturali che possono influenzare la diffusione di allergeni.
A livello personale, le scelte consapevoli possono avere un impatto notevole: prodotti ecocompatibili, una dieta ricca di vegetali, e l’attenzione a ridurre gli allergeni in casa sono tutti passi verso un ambiente più salubre.
Evitare abbruciamenti di sfalci di potature in campo aperto, ma preferire il compostaggio o l’auto compostaggio, producendo un humus di qualità per le piante.
Inoltre, scegliere alimenti vegetali, locali e stagionali non solo riduce l’impronta di carbonio, ma può anche limitare l’esposizione a allergeni provenienti da altre aree geografiche.
Queste azioni, se adottate su larga scala, possono portare a cambiamenti significativi nella qualità dell’aria e nella salute pubblica.
Per ridurre le allergie, è importante adottare una serie di misure preventive e curative. A livello ambientale, come già sottolineato, la riduzione delle emissioni di gas serra è cruciale.
Proteggere gli ecosistemi e promuovere la biodiversità sono passi fondamentali per mantenere gli equilibri naturali che limitano la diffusione di allergeni.
È utile anche ridurre gli allergeni domestici attraverso una pulizia frequente e l’uso di filtri HEPA per l’aerazione dei locali interni.
Per quanto riguarda la dieta, l’assunzione di cibi ricchi di antistaminici naturali, di vitamina C e di Omega 3, aiutano nel diminuire lo stato infiammatorio e le reazioni allergiche.
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