Spreco alimentare: una questione sociale, economica e ambientale

bidone verde con cibo immesso in esso a simboleggiare lo spreco alimentare

Lo spreco alimentare riguarda ogni anno oltre un terzo del cibo prodotto nel nostro pianeta. Si verifica lungo tutta la filiera, dal produttore al consumatore, dalla produzione agricola alla lavorazione degli alimenti, al loro trasporto e vendita, fino alla conservazione e all’uso del cibo nelle nostre case.

Ogni anno, si stima che un terzo del cibo prodotto per il consumo umano venga sprecato, il che equivale a circa 1,3 miliardi di tonnellate di spreco alimentare lungo la catena di produzione e consumo.

A livello globale, lo spreco alimentare è responsabile di circa l’8% delle emissioni totali di gas serra. Se fosse un paese, sarebbe il terzo più grande emettitore di gas serra al mondo, dopo la Cina e gli Stati Uniti.

Quali sono le ragioni principali? 

Innanzitutto, ci sono le scadenze: quando i prodotti non vengono utilizzati entro il tempo previsto, finiscono per deteriorarsi o scadere. Poi ci sono le perdite durante la produzione agricola e il trasporto. Infine, c’è il consumo domestico, dove il cibo è dimenticato nei frigoriferi, nelle dispense, o nel piatto.

Tutto ciò rappresenta non solo un danno ambientale ma anche uno spreco di risorse vitali come energia, acqua e terreno. Tutto questo mette in luce gravi questioni etiche e sociali, poiché mentre alcune persone hanno accesso a cibo in abbondanza e di qualità, tante altre soffrono la fame e non hanno sufficiente cibo a disposizione.

L’Obiettivo 12 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite chiede di dimezzare lo spreco pro-capite globale di rifiuti alimentari entro il 2030.

La strategia From Farm to Fork dell’Europa mira a rendere più chiare le etichette delle date e a fermarne l’uso scorretto, oltre a indagare sulla perdita di cibo lungo la catena di approvvigionamento e a promuovere la donazione di cibo sicuro.

In Italia, l’Osservatorio sulle eccedenze, sui recuperi e sugli sprechi alimentari, guida la lotta contro lo spreco alimentare. Questo organismo si dedica alla valorizzazione delle eccedenze alimentari, favorendo la loro ridistribuzione a enti caritativi e promuovendo l’utilizzo per l’alimentazione umana. 

Il Ministero della Salute ha avviato il progetto SPAIC, focalizzato sul consumatore per identificare e correggere le pratiche che portano allo spreco.

A livello nazionale, il Pacchetto di norme sull’economia circolare, il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, la legge nazionale sullo spreco alimentare e il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, sono strumenti di policy significativi.

L’adozione di modelli di economia circolare può contribuire a limitare lo spreco alimentare. Questo approccio mira a ridurre gli sprechi lungo tutta la catena del valore alimentare, dalla produzione al consumo. 

Le imprese che si dedicano a combattere lo spreco alimentare si trovano di fronte a una serie di sfide complesse, vediamone alcune:

  • La gestione della catena di approvvigionamento: per ridurre gli sprechi è fondamentale ottimizzare ogni fase, dalla produzione al trasporto, fino alla conservazione dei prodotti alimentari
  • La sensibilizzazione dei consumatori: informare adeguatamente le persone sull’uso corretto degli alimenti e sulla reale interpretazione delle date di scadenza può fare una grande differenza
  • L’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale: le aziende devono implementare soluzioni tecnologiche avanzate che permettano di monitorare e limitare gli sprechi lungo tutta la filiera produttiva
  • Le collaborazioni sono altrettanto essenziali: lavorare insieme a organizzazioni no profit o ad altre imprese può aiutare a donare il cibo invenduto o riciclarlo in maniera sostenibile, come il compostaggio.

Ognuno può essere protagonista nella riduzione dello spreco alimentare con gesti quotidiani: dalla pianificazione degli acquisti alla comprensione delle etichette, fino al riutilizzo consapevole di ciò che già si possiede. 

La corretta gestione delle porzioni e la manutenzione delle temperature di conservazione sono essenziali per estendere la durata del cibo.

Le iniziative di condivisione come i frigoriferi solidali e il batch cooking sono pratiche comunitarie che promuovono l’uso responsabile delle risorse. I workshop educativi e l’adesione a gruppi di food saver, che distribuiscono cibo invenduto, sono attività che non solo combattono lo spreco, ma rafforzano anche il tessuto sociale.

Questi piccoli gesti, moltiplicati su scala globale, possono innescare un cambiamento significativo, valorizzando il cibo come risorsa preziosa e come legame che unisce le persone.

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